2 – L’Aquila, la lepre e lo scarabeo

Le reali possibilità per uno scrittore esordiente di pubblicare il proprio libro

FAVOLE

“Prima di presentare la seconda favola della raccolta, mi preme l’obbligo di una premessa. Perchè le favole? Forse semplicemente per ispirare la crescita personale e la riflessione.
Le favole sono state un mezzo di trasmissione di valori, saggezza e insegnamenti per generazioni, e questa raccolta è stata creata con l’obiettivo di portare queste lezioni alla vita di adolescenti e adulti. Nella frenesia della vita quotidiana, spesso trascuriamo di dedicare del tempo a riflettere sulle questioni essenziali della nostra esistenza. Queste favole non sono solo storie, ma anche finestre aperte su un mondo di significato più profondo.

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In un antico bosco, dove la luce del sole danzava tra le foglie e gli alberi secolari regnavano sovrani, vivevano tre creature molto diverse tra loro: un’aquila imponente, una lepre vivace e uno scarabeo tenace. Queste creature avevano vissuto pacificamente nella foresta per molti anni, ognuna occupandosi delle proprie attività e occupazioni.
Un giorno, mentre l’aquila planava nei cieli azzurri, scorse la lepre che correva disperatamente attraverso il sottobosco. L’aquila, affamata e con gli occhi scintillanti di bramosia, scese in picchiata verso la lepre, pronta a catturarla con le sue potenti zampe artigliate. La piccola lepre, terrorizzata, si rifugiò improvvisamente sotto una foglia e, tremando, pregò lo scarabeo di aiutarla.
Lo scarabeo, sentendo le suppliche disperate della lepre, si diresse rapidamente verso la scena. Si posò davanti all’aquila, con la sua corazza lucente e i piccoli occhi lucenti. Con un coraggio impensabile per un insetto così piccolo, supplicò l’aquila di risparmiare la vita della lepre, invocando la pietà e l’idea di una giusta alleanza tra creature di diversa stazza.
Ma l’aquila, con uno sguardo sprezzante verso lo scarabeo, non concesse alcun ascolto alle sue parole e, con un rapido movimento, catturò la lepre e la divorò in un solo boccone, ignorando completamente la protesta disperata dello scarabeo.
Lo scarabeo, testimone impotente della tragica fine dell’amica lepre, giurò vendetta contro l’aquila. Decise di seguire ogni suo movimento, studiandone le abitudini e i rituali. Osservò attentamente quando l’aquila deponeva le sue uova, determinato a infliggerle il dolore che aveva inflitto alla lepre.
In una giornata luminosa, lo scarabeo notò l’aquila mentre deponeva con cura le sue uova su una roccia vicino a un dirupo. Senza esitazione, lo scarabeo si avvicinò furtivamente alle uova e, con grande sforzo, le fece rotolare sulla roccia lungo il dirupo. Le uova caddero e si frantumarono in mille pezzi.
L’aquila, sconvolta dalla perdita delle sue preziose uova, cercò aiuto dal grande Zeus, il re degli dèi. Chiese a Zeus un luogo sicuro dove poter deporre le sue uova, lontano da qualsiasi pericolo. Zeus, compiaciuto per la modestia dell’aquila, offrì gentilmente il suo grembo come rifugio sicuro per le uova.
Tuttavia, lo scarabeo, che aveva assistito alla conversazione tra l’aquila e Zeus, non aveva intenzione di arrendersi così facilmente. Determinato a vendicarsi, si lanciò in volo con tutte le sue forze, afferrando un pezzo di sterco fresco. Lo scarabeo si avvicinò a Zeus, riuscendo a farsi strada tra le ginocchia divinamente possenti del dio, e lasciò cadere la palla di sterco sulle ginocchia di Zeus.
Zeus, profondamente sorpreso e sconvolto dalla sua impudenza, scosse le ginocchia, facendo cadere la palla di sterco sulla terra sottostante, ma involontariamente caddero anche le uova. La vendetta dello scarabeo era stata compiuta, e l’aquila aveva imparato la lezione dell’umiltà.
Da quel giorno in poi, le creature del bosco guardavano con rispetto lo scarabeo, riconoscendo la sua forza inaspettata e il suo spirito indomito. La storia di questo strano trio, un’aquila, una lepre e uno scarabeo divenne una leggenda raccontata tra gli alberi antichi, una lezione che insegnava che anche le creature apparentemente più deboli potevano cambiare il corso della storia quando erano guidate dalla determinazione e dalla giustizia.

MORALE

Non bisogna mai sottovalutare nessuno, anche se debole e insignificante.

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