In questo post ‘Poesie per tutti: Possibilità‘ è possibile riflettere sull’importanza della poesia. Forse uno scrittore esordiente potrebbe leggere con attenzione l’articolo dell’autore di codesta rubrica. Sono sicuro che un’attenta lettura può tornare utile per rivisitare le proprie opere con una più accurata analisi. Un augurio cordiale a tutti gli esordienti per un successo letterario.
Ernesto de Feo
Poesie per tutti: Possibilità

Ernesto de Feo
Poesie per tutti:
Possibilità di Wisława Szymborska
Preferisco il cinema.
Preferisco i gatti.
Preferisco le querce sul fiume Warta.
Preferisco Dickens a Dostoevskij.
Preferisco me che vuol bene alla gente, a me che ama l’umanità.
Preferisco avere sottomano ago e filo.
Preferisco il colore verde.
Preferisco non affermare che l’intelletto ha la colpa di tutto.
Preferisco le eccezioni.
Preferisco uscire prima.
Preferisco parlar d’altro coi medici.
Preferisco le vecchie illustrazioni a tratteggio.
Preferisco il ridicolo di scrivere poesie, al ridicolo di non scriverne.
Preferisco in amore gli anniversari non tondi, da festeggiare ogni giorno.
Preferisco i moralisti che non promettono nulla.
Preferisco una bontà avveduta a una credulona.
Preferisco la terra in borghese.
Preferisco i paesi conquistati a quelli conquistatori.
Preferisco avere delle riserve.
Preferisco l’inferno del caos all’inferno dell’ordine.
Preferisco le favole dei Grimm alle prime pagine.
Preferisco foglie senza fiori che fiori senza foglie.
Preferisco i cani con la coda non tagliata.
Preferisco gli occhi chiari perché li ho scuri.
Preferisco i cassetti.
Preferisco molte cose che qui non ho menzionato
a molte pure qui non menzionate.
Preferisco gli zeri alla rinfusa che non allineati in una cifra.
Preferisco il tempo degli insetti a quello siderale.
Preferisco toccar ferro.
Preferisco non chiedere per quanto ancora e quando.
Preferisco considerare persino la possibilità
che l’essere abbia una sua ragione.
(Traduzione: Pietro Marchesani.)

La poesia di W. Szymborska “ Possibilità” nella sua semplicità espressiva- oserei dire semplicità elementare, da pensierini scritti su un quaderno di scuola- si lega in parte a quella di Borges commentata 14 giorni fa. Entrambe parlano di identità e di luoghi interiori.
La poetessa polacca mette in fila tutta una serie di immagini e di personali considerazioni per arrivare a definire se stessa, la sua vita interiore, cosa le piace e cosa non le piace. Le sue parole, i suoi versi,chiedono ma non danno risposte. Parla in modo chiaro, dubbioso, lasciando il lettore libero di pensarla diversamente e a modo suo.
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Parla di sentimenti banali,comunissimi con un linguaggio quotidiano che non ha sovrastrutture poetiche e che pure sono poesia, senza concedere nulla al letterario e al bello esteriore. Guarda le cose del mondo che ci circondano….. Preferisco avere sottomano ago e filo./Preferisco il colore verde…. Mondo che la poetessa di Cracovia, nel suo discorso a Stoccolma ,quando le è stato conferito il Premio Nobel per la letteratura, ha dichiarato che il vero miracolo della vita è la vita stessa :
” Il mondo, qualunque cosa noi pensiamo,spaventati dalla sua immensità e dalla nostra impotenza di fronte ad esso è stupefacente..”…” Preferisco me che vuol bene alla gente/a me che ama l’umanità…”…

I suoi versi sono anche ironici” Preferisco il ridicolo di scrivere poesie/al ridicolo di non scriverne…” “ Preferisco gli occhi chiari, perchè li ho scuri.”…”Preferisco toccare ferro”.
A questo suo “minimalismo” espressivo e descrittivo si accompagna una capacità di trovare il prodigio nell’ordinarietà delle cose “ Preferisco l’inferno del caos all’inferno dell’ordine”, “ Preferisco foglie senza fiori a fiori senza foglie”.

Nella sua poesia c’è anche un forte senso del “noi” rispetto all’”io” e non c’è mai lirismo fine a sé stesso perché i suoi versi sono sempre lievi e contemporaneamente profondi : “Preferisco non affermare che l’intelletto ha la colpa di tutto. Preferisco le eccezioni.“ Preferisco gli zeri alla rinfusa che non allineati in una cifra”, “Preferisco non chiedere per quanto ancora e quando. “Preferisco prendere in considerazione perfino la possibilità/che l’essere abbia una sua ragione.”
E con questi versi la Szymborska sembra voglia dirci che, nonostante si viva in un mondo dominato dalla casualità, il poeta deve guardarlo sempre con quell’incanto che può rendere la vita al lettore più sopportabile e lieve.

Nota Biografica:Wisława Szymborska (1923–2012) è stata una delle voci più raffinate e originali della poesia del Novecento. Nata il 2 luglio 1923 a Prowent, nei pressi di Poznań (Polonia), si trasferì presto con la famiglia a Cracovia, dove avrebbe vissuto per gran parte della sua vita. Durante l’occupazione nazista, studiò clandestinamente e, nel dopoguerra, frequentò l’Università Jagellonica, dove studiò letteratura e sociologia, anche se non completò gli studi.

La sua prima poesia fu pubblicata nel 1945, ma la sua prima raccolta, Dlatego żyjemy (“Per questo viviamo”), uscì nel 1952. Inizialmente aderì agli ideali del realismo socialista, come molti intellettuali del dopoguerra, ma ben presto prese le distanze, maturando una voce propria, ironica, disincantata, profondamente umana e filosoficamente acuta. La poesia della Szymborska si distingue per uno sguardo ironico e compassionevole sul mondo, per l’uso della quotidianità come chiave d’accesso a riflessioni universali, e per la capacità di affrontare con leggerezza temi profondi come la morte, la storia, l’identità, il caso e l’amore. La sua lingua è sobria, limpida, accessibile, ma densa di significati.
SUGGERIMENTO

Nel 1996 ha ricevuto il Premio Nobel per la Letteratura, con la seguente motivazione: “per una poesia che con precisione ironica permette al contesto storico e biologico di emergere nei frammenti di realtà umana.” Wisława Szymborska è morta a Cracovia il 1º febbraio 2012. Le sue opere continuano a essere lette in tutto il mondo per la loro profondità e semplicità, e per quella rara capacità di unire il pensiero filosofico con l’esperienza intima e concreta dell’essere umano.
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