In questo post ‘Poesie per tutti: LAGO IN CALMA‘ è possibile riflettere sull’importanza della poesia. Forse uno scrittore esordiente potrebbe leggere con attenzione l’articolo dell’autore di codesta rubrica. Sono sicuro che un’attenta lettura può tornare utile per rivisitare le proprie opere con una più accurata analisi. Un augurio cordiale a tutti gli esordienti per un successo letterario.
Antonia Pozzi
LAGO IN CALMA

LAGO IN CALMA di Antonia Pozzi
Restiamo presso il lago, anima cara;
restiamo in questa pace.
Guarda: il cielo, nell’acqua, è meno vasto,
ma più mite, più vivo.
Noi entreremo in questa vecchia barca
tratta in secco sul lido:
i remi sono infranti, ma giacendo
sul fondo basso, non vedremo la terra
e l’onda, percuotendolo da prora,
darà al legno un alterno dondolio
che fingerà l’andare.
Salperemo così, da questi blandi
pendii che odoran di ginepro: andremo
con tutto il sole sovra il petto, il sole
che riscalda e che nutre;
andremo, lenti, in un bianco pio sogno
di sconfinata pace,
verso ignorate spiagge,
col nostro amore solo.
Antonia Pozzi ,una delle voci poetiche femminili più alte del Novecento italiano, con la poesia “Lago in calma” esprime la sua personalità e sensibilità poetica . In essa la natura diventa specchio dell’interiorità e luogo simbolico di sospensione, silenzio e introspezione. Il paesaggio lacustre, ritratto in uno stato di calma assoluta, è descritto con una delicatezza che sfiora il silenzio e, proprio in questa quiete, si avverte una tensione sottile, quasi un’attesa…
Restiamo presso il lago, anima cara;
restiamo in questa pace.
Guarda: il cielo, nell’acqua, è meno vasto,
ma più mite, più vivo.
La poetessa non si limita a descrivere la scena naturalistica. Attraverso il lago immobile e i suoi riflessi, ci introduce in un mondo rarefatto, dove il tempo sembra essersi fermato e ogni cosa tende all’essenziale.
La sospensione che si percepisce nel componimento è spirituale prima ancora che fisica: il lago diventa il simbolo di un’anima in ascolto, di un’esistenza che si interroga senza gridare….
Salperemo così, da questi blandi
pendii che odoran di ginepro: andremo
con tutto il sole sovra il petto, il sole
che riscalda e che nutre;
Pozzi riesce, con pochi tratti, a evocare una condizione dell’essere: non c’è dramma esplicito, ma si coglie un senso profondo di solitudine consapevole, di contemplazione quasi mistica. Il linguaggio è scarno, controllato, ma fortemente evocativo; ogni parola è scelta con cura, ogni immagine tende alla purezza….
…..andremo, lenti, in un bianco pio sogno
di sconfinata pace,
verso ignorate spiagge,
col nostro amore solo.
In questa poesia, come in molte altre sue composizioni, Pozzi manifesta una particolare attitudine al silenzio come linguaggio dell’anima. La calma del lago diventa la calma interiore della poetessa, forse apparente, forse cercata disperatamente per dare forma a un tumulto più profondo.

In conclusione, “Lago in calma” è un esempio perfetto della poetica dell’attenuazione e del pudore emotivo che caratterizza Pozzi: un testo lieve eppure intenso, dove il paesaggio naturale è colto nella sua essenza spirituale e trasfigurato in simbolo dell’esistenza umana, fragile e silenziosa.
Nota BioBibliografica: Antonia Pozzi nasce a Milano il 13 febbraio 1912, in una famiglia della borghesia colta e benestante. Fin da giovane si distingue per la sua intelligenza acuta, la sensibilità artistica e l’interesse per la letteratura e la filosofia. Studia presso il liceo classico Manzoni e successivamente si iscrive all’Università degli Studi di Milano, dove si laurea con una tesi su Flaubert e la poesia francese del secondo Ottocento, sotto la guida del critico Antonio Banfi.
Di fondamentale importanza nella sua vita fu il rapporto con Antonio Maria Cervi, suo professore al liceo, con cui visse un legame affettivo profondo ma tormentato, osteggiato dalla famiglia e mai coronato. Questo rapporto, insieme a una crescente inquietudine esistenziale, segna profondamente la sua vicenda umana e poetica.
Antonia scrive le sue poesie in modo intimo e riservato, spesso senza intenzione di pubblicarle. I suoi versi, caratterizzati da lirismo sottile, amore per la natura, e una profonda angoscia esistenziale, esprimono con grande sincerità il suo sentire interiore. La sua poesia riflette anche il contesto di crisi degli anni ’30, ma sempre filtrato attraverso una voce delicata e personale, mai gridata.
Nel dicembre del 1938, a soli 26 anni, Antonia si toglie la vita. Il suo gesto estremo fu seguito da un tentativo, da parte del padre, di censurare parti della sua opera e di presentare un’immagine più edulcorata della figlia. Le sue poesie furono pubblicate postume nel 1939 in una raccolta curata dal padre, ma solo in seguito, grazie a edizioni più fedeli ai manoscritti, è stato possibile apprezzare la reale profondità della sua scrittura.
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Oggi Antonia Pozzi è considerata una delle voci poetiche femminili più alte del Novecento italiano, accanto a nomi come Cristina Campo e Amelia Rosselli. Le sue poesie, i suoi diari e le sue lettere continuano a toccare i lettori per la loro autenticità, finezza e struggente bellezza.
Prima di elencare le Opere principali di Antonia Pozzi , si premette che molti dei suoi testi poetici e diaristici sono stati pubblicati decenni dopo la sua morte, grazie all’attento lavoro filologico di studiosi e studiose che hanno ricostruito l’opera originale rispettando la sua voce autentica, che in origine era stata fortemente alterata dai familiari.
Raccolte poetiche:
Parole (1939)
– Prima raccolta pubblicata, curata dal padre Roberto Pozzi e da don Titta Torelli Viollier, parzialmente censurata e modificata nei testi.
– Contiene una selezione delle sue poesie scritte tra il 1929 e il 1938.
Poesie (1986, a cura di Alessandra Cenni)
– Edizione più fedele ai manoscritti originali, fondamentale per il recupero autentico della sua voce poetica.
Tutte le poesie (1998, a cura di Onorina Dino)
– Raccolta completa, con apparato critico e ordinamento cronologico, basata sugli autografi.
– Considerata l’edizione di riferimento per lo studio della sua opera poetica.Parole. Tutte le poesie (2013, a cura di Paolo Andrea Mettel e Graziella Bernabò)
– Ulteriore edizione critica integrale, con nuove poesie inedite tratte dai taccuini.

Prose e scritti personali
Diari (1988, a cura di Alessandra Cenni)
– Raccolta dei suoi scritti diaristici dal 1929 al 1938: riflessioni intime, note di lettura, impressioni personali.
– Documento fondamentale per capire la profondità della sua crisi esistenziale e il suo rapporto con la scrittura.
Lettere (2004, a cura di Alessandra Cenni)
– Lettere indirizzate ad amici, familiari e intellettuali. Offrono uno sguardo lucido sulla sua visione del mondo e del dolore.L’età delle parole è finita (2015)
– Raccolta che unisce poesie, prose e lettere. Titolo emblematico del silenzio a cui pareva tendere la sua esistenza.



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