Il dubbio mi perseguita. Ho finito di scrivere una Trilogia due anni fa e ancora non sono convinto se pubblicare la mia opera. Però di una cosa sono certo. Qualora dovessi decidermi, lo farei senza Casa Editrice. Conosco almeno tre modi per auto-pubblicarmi. Potrei farlo con Amazon KDP o magari con Youcanprint oppure Streetlib.
Mi rendo conto che il problema non è la pubblicazione del libro, ma il dopo-pubblicazione. Chi avrà voglia di acquistare un libro scritto da un perfetto sconosciuto, quale io sono? Non amo retrocedere davanti alle sfide. Non so ancora come, ma troverò il modo di farmi leggere. Prima, però, devo avere le idee più chiare su alcune cose.
Quanti libri vengono pubblicati in Italia?
La domanda potrebbe apparire non pertinente, ma in realtà non è così. Infatti il motivo per cui mi interessa sapere quanti libri vengono pubblicati è quello di poter fare un po’ di conti. Da molte fonti sento dire che in Italia ci sono troppi scrittori. È un’affermazione troppo generica. Allora niente di meglio che verificare gli ultimi dati ISTAT disponibili. I dati più significativi che ho potuto trarre sono i seguenti.
Nel 2017 gli editori attivi erano 1459, con una pubblicazione di circa 150.000 titoli.
Di questi l’85% (1.240 editori) pubblicava non più di 50 titoli all’anno (Stiamo parlando di un totale di circa 23.000 titoli), il 54% (670 editori) ne pubblicava al massimo dieci (6.700 titoli), il 31% (570 editori) da 11 a 50 opere annue (16.000 titoli).
I grandi editori, quelli che pubblicano più di 50 opere all’anno, erano il 15%, poco più di 200. Essi pubblicano l’85% dei titoli che troviamo sul mercato, 130.000, ma ne vendono meno della metà.
Il 22% degli operatori del settore dichiara infatti che è rimasta invenduta più della metà dei titoli pubblicati nel 2017, percentuale che arriva al 26% per i piccoli editori e all’11% per i big del settore.
I dati acquisiti mi impongono di modificare la precedente domanda ‘Quanti libri vengono pubblicati in Italia?’ in ‘Quanti libri vengono letti in Italia?‘ Non è più una questione di pubblicazione di libri ma di Lettura dei libri, sia in termini quantitativi che qualitativi. La risposta evidente che possiamo darci è: ‘Pochi, rispetto a un’offerta ridondante’. In mezzo a tanta Letteratura Buona si inserisce troppa ‘Letteratura Spazzatura’ e a tale proposito piuttosto che ripetermi, faccio un invito a leggere o rileggere un mio articolo che ha avuto un discreto riscontro dal titolo ‘LETTERATURA SPAZZATURA’.
Chi vuole pubblicare andando sul sicuro, nel senso di avere la certezza di essere letto da un ampio pubblico, dovrebbe farlo con quel 15% di editori di cui sopra, sapendo di partecipare a un gioco duro e impietoso. Le speranze di riuscirci sono molto vicine allo zero. La certezza di riuscirci riguarda sostanzialmente personaggi famosi che non hanno nemmeno la preoccupazione della qualità del prodotto, ma questi sono una minima parte. Gli altri potranno riuscirci solo attraverso un’eccellente qualità, difficile da dimostrare, con lunghe liste e tempi lunghissimi di attesa per la presentazione dei manoscritti da sottoporre agli esperti della valutazione. Se devo essere sincero fino in fondo, devo dire che non amo entrare in lunghe liste e attendere tempi indeterminati, ecco perché all’inizio di questo articolo sostenevo che avrei preferito pubblicare la mia Trilogia da indipendente.
La mia scelta non rappresenta certo una scorciatoia. Anzi é proprio il contrario. Essa comporta altri oneri. Uno di questi è la pubblicità. Bisogna acquisire altre competenze per rendere visibile la propria opera. Riuscire a creare un proprio ampio pubblico disposto ad acquistare e leggere il libro creato e pubblicato con tanto amore. La sfida è: Costruire una platea di lettori su un territorio dove le statistiche di lettura ci dicono che si legge poco.
In Italia si legge poco?
Questa è la seconda domanda che mi pongo e, ovviamente, prima di rispondere vado a vedere come realmente stanno le cose attraverso le statistiche.
Il 42% delle persone legge solo occasionalmente per mancanza di tempo. L’8% delle persone non legge per i prezzi troppo alti dei libri. Il 31% delle persone non è interessato. Il 2% delle persone riconosce di non avere le basi per leggere un libro. Il rimanente 17% delle persone legge abitualmente e ricerca testi di qualità.
Se le statistiche di sopra esprimono correttamente la realtà allora dobbiamo rispondere affermativamente alla seconda domanda: Sì, in Italia si legge poco.
Senza girarci al largo e senza entrare nei dettagli di un’attenta analisi che porterebbe lontano, è facile intuire che il motivo della scarsità risiede nella mancanza di un’educazione alla lettura a partire dalle famiglie e soprattutto dalla scuola.
Chi scrive deve sapere che lo fa per una popolazione esigua di lettori che ha gusti consolidati e fatalmente influenzabili dalle mode. Inoltre deve essere consapevole della situazione reale e, di conseguenza, deve evitare di alimentare le aspettative meramente commerciali di imprenditori senza scrupoli che sfruttano il narcisismo di un autore solo ed unicamente per lucrare.
Forse la sfida di cui parlavo sopra passa attraverso il PROGETTO “NoiScrittori&NoiLettori” e non sono io a vincerla, ma tutti coloro che ne fanno parte.
Costruire una platea di lettori su un territorio, l’Italia, dove le statistiche di lettura ci dicono che si legge poco. Se non lo hai già fatto, ISCRIVITI gratuitamente a NoiScrittori&NoiLettori.
Un caro saluto e a risentirci presto.
Antonio De Martino