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Anche questo mese, l’artico dedicato alla letteratura sarà una recensione di Rosetta Martorana.
Troverete un’analisi approfondita anche sui personaggi della storia che Heinrich Boell ci racconta in
questo suo bel romanzo datato 1963.
Oggi la nostra rubrica accoglie l’analisi dettagliata del romanzo IL FUOCO CHE TI PORTI DENTRO, condotta da Gemma Pardocchi che delinea gli aspetti più interessanti e i temi sottesi a tutta la narrazione.
I nostri lettori, sono sicura, avranno il piacere di condividere, se hanno letto il romanzo, le osservazioni di Pardocchi o di incuriosirsi per conoscerli attraverso una lettura di prima mano se ancora non l’hanno fatto.
La passeggiata letteraria di oggi ci porta a fare un giro largo nello spazio e nel tempo. Questa volta vi propongo un’analisi di Rosetta Martorana sul romanzo dello scrittore e drammaturgo svizzero Friedrich Durrenmatt: ”Il giudice e il suo boia”, pubblicato per la prima volta nel 1952 e apparso in Italia nella traduzione di Enrico Filippini, Collana UEF n.295, Milano, Feltrinelli, 1960. A buona ragione il romanzo può annoverarsi tra i polizieschi-psicologici e può essere considerato il prototipo nel suo genere.
In questo suo ultimo romanzo, Maria Grazia Calandrone prende spunto da una pagina di cronaca nera di cui si è molto parlato: l’assassinio di un marito da parte della moglie. Questo fatto detto così nudo e crudo sembra rimandare a quei pretesti letterari che, nella scrittura, sono finalizzati a travolgere il lettore facendo leva sul suo gusto noir da buco della serratura.
L’ INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DELL’ESSERE
DI
MILAN KUNDERA
Recensione di Rosetta Martorana
Introduzione
“ EINMAL IST KEINMAL “ CIO’ CHE SI VERIFICA UNA SOLA VOLTA, E’ COME SE NON FOSSE MAI ACCADUTO.
Secondo Kundera l’essere umano non ha nessuna possibilità di capire se le proprie scelte siano giuste o sbagliate perché non le può sperimentare prima di viverle.
I figli sono finiti
Romanzo di Walter Siti
Recensione di Maria Rosa Giannalia
Pubblicato da Rizzoli nel 2024, questo è l’ultimo romanzo di Walter Siti.
Un romanzo sui generis tra biografia e finzione dove i due livelli si alternano e si confondono nell’impeto di una narrazione immediata, coinvolgente, “attuale” e non solamente per la materia trattata.
Il genere giallo incontra da sempre il favore del pubblico dei lettori, incuriositi forse più che dal plot narrativo, dall’essere chiamati in causa dall’autore – quando quest’ultimo sa essere coinvolgente – nella risoluzione dei casi di assassinio. Per questo si dice che il genere giallo “prende”, e questa affermazione è tanto più vera quanto più si constata il pullulare sempre in crescita di scrittori che praticano questo genere narrativo.
In questo articolo di Passeggiate letterarie, vi presento un libro assai interessante del 1899.
Si tratta del romanzo più importante della letteratura Brasiliana.
Anche questa volta, come altre volte ho fatto, lascerò la mano a Rosetta Martorana che ne ha studiato approfonditamente le caratteristiche e in queste pagine ve lo presenterà.
La forma e la struttura di questo secondo romanzo della scrittrice Valentina Durante, può indurre inizialmente il lettore a immaginare di trovarsi di fronte ad una narrazione architettata secondo i canoni formali del romanzo epistolare che tanto successo ha avuto nella nostra storia letteraria e ancora ne ha. Questa è la forma prescelta dall’autrice per la sua narrazione.
Il libro che viene presentato alla vostra attenzione è un romanzo di Dario Ferrari: La ricreazione è finita.
Il protagonista principale è Marcello, un giovane universitario viareggino il quale, per incarico del suo professore, un barone universitario di nome Sacrosanti, dovrà occuparsi di un suo concittadino di nome Tito Sella, vissuto a Parigi negli anni di piombo e ritrovare un suo romanzo “ Fantasima” smarrito nei meandri della biblioteca della Sorbona. A Marcello quindi l’incarico di ritrovarlo e utilizzarlo per la sua tesi di dottorato.