La ricreazione è finita

Il libro che viene presentato alla vostra attenzione è un romanzo di Dario Ferrari: La ricreazione è finita.
Il protagonista principale è Marcello, un giovane universitario viareggino il quale, per incarico del suo professore, un barone universitario di nome Sacrosanti, dovrà occuparsi di un suo concittadino di nome Tito Sella, vissuto a Parigi negli anni di piombo e ritrovare un suo romanzo “ Fantasima” smarrito nei meandri della biblioteca della Sorbona. A Marcello quindi l’incarico di ritrovarlo e utilizzarlo per la sua tesi di dottorato.

La Fornace

O uno ci sente e ci vede oppure uno ci sente oppure ci vede oppure ci sente e ci vede o non ci sente e non ci vede e a nessuno si può insegnare a sentire e a vedere, ma chi ci sente e ci vede può imparare a sentire e a veder meglio, e io per tutta la vita ho sempre cercato d’imparare a sentire e a veder meglio, soprattutto a sentire meglio, perché è più importante che uno impari a sentire che a vedere.
Da: La fornace, traduzione di Magda Olivetti, Collana Supercoralli, Torino, Einaudi, 1984.

Amatissima

Ci sono dei libri per i quali una sola lettura non è sufficiente. Dico quei libri che per essere compresi in tutta la loro portata necessitano di attenzione, riflessione, cura. Sono quei libri che incidono profondamente non solo nell’immaginario del lettore ma anche nel profondo della sua sfera emotiva. Sì, certo, incidono anche per la storia, ma soprattutto per una scrittura tanto geniale che fa in modo che quella storia attraversi spazio e tempo così che la ricordi per tutta la vita. Ma è solo quando la rileggi che comprendi la portata strutturale della narrazione: il suo piegarsi ai sentimenti e alle emozioni dei personaggi, tanto che ti sembra di averli accanto questi personaggi: li potresti pure toccare. Questo senti.

Resta con me, sorella

Di recentissima edizione, questo nuovo libro di Emanuela Canepa si segnala per l’impianto narrativo molto particolare.
La storia è ambientata a Venezia, nella sua prima parte, alla Giudecca. Detta anche Spina Longa, l’isola della Giudecca è quella parte di Venezia meno battuta dall’attuale turismo ma che si può considerare essere ancora uno dei centri veneziani, quello meno legato al commercio ma più luogo di residenza di lavoratori, operai, addetti alle attività legate al turismo e alla ristorazione dove un tempo insistevano però anche attività industriali come i cantieri navali, le officine Jungans e il grandissimo mulino Stuky ora sede di un lussuoso albergo.

I Vicerè

I Vicerè di Federico De Roberto

Nel panorama letterario del duemila che senso ha leggere il romanzo di Federico De Roberto “ I vicerè”? Abbiamo letto (e visto nella trasposizione filmica più volte), importanti libri che aprono scenari sulle narrazioni dell’ottocento, del novecento e del duemila: I Vicerè di Federico De Roberto, a Il Gattopardo di GiuseppeTomasi di Lampedusa e all’ultimo I leoni di Sicilia di Stefania Auci.

IL QUARTO TESTIMONE

La passeggiata letteraria di oggi ci riporta in Sardegna, terra libera, aperta, ventosa e uguale a nessun’altra, con i suoi paesaggi aspri e vergini, la sua luce, i suoi spazi immensi. E la città di Cagliari, il suo capoluogo.
In questo ambiente si incardina la storia che Paolo Pinna Parpaglia offre ai suoi lettori, una storia che è molto di più di un giallo nel cui genere il romanzo viene rubricato. Del giallo classico ha le caratteristiche, la suspance, il mistero, i personaggi, insomma tutto ciò che concorre a farne una lettura gradevole e di intrattenimento.

AMERICANAH

Uscito in Italia nel 2014 per i supercoralli di Einaudi nella traduzione di Andrea Sirotti,
questo romanzo di Chimamanda Ngozi Adichie, è particolarmente elaborato poiché è costruito su una sottile trama ricchissima di fatti minuti ma difficile da ricondurre ad una ricostruzione che contenga una visione unitaria di quanto l’autrice ci vuole raccontare.
O meglio, dovrebbe essere il lettore a ricostruire, attraverso tutta la marea di piccoli fatti intrecciati, una visione d’insieme della cultura di provenienza, di arrivo e di ritorno dell’autrice.
Vediamo come è costruito questo romanzo.

La strada

“ Quando si svegliava in mezzo ai boschi nel buio e nel freddo della notte allungava la mano per toccare il bambino che gli dormiva accanto. Notti più buie del buio e giorni uno più grigio di quello appena passato. Come l’inizio di un freddo glaucoma che offuscava il mondo”.
E’ questo l’incipit del romanzo: La strada di Cormac Mac Carthy, il libro di cui voglio parlarvi oggi.
Nel panorama letterario delle narrazioni catastrofico-distopiche, il romanzo di questo autore si colloca come un punto di riferimento basilare per la sua scrittura lucida, essenziale, illuminante.

Cent’anni di solitudine

Cari amici, le ferie , credo, siano finite per tutti, ma il nostro piacere per la lettura, che forse ha accompagnato anche le nostre giornate agostane, si è mantenuto intatto e sicuramente richiede qualche altro stimolo per analizzare, come di consueto, un romanzo già letto o da leggere.
Questa volta desidero proporvi Cent’anni di solitudine.
Chi di noi non lo ha letto? Gabriel Garcia Màrquez con la sua meravigliosa scrittura ha incantato un vasto pubblico di lettori di tutto il mondo. E giustamente con questo capolavoro si è aggiudicato il premio Nobel per la letteratura nel 1982.

Trilogia della città di K

Trilogia della città di K
Di Agota Kristof
Questa settimana andremo ad occuparci di una scrittrice ungherese , Ágota Kristóf , il cui capolavoro La trilogia della città di K. scritto in tre momenti successivi, è ambientato in una regione che non viene mai nominata per tutto il tempo della narrazione ma che si evince essere un martoriato paese dell’Est Europa, forse la stessa Ungheria, sua terra d’origine, alla fine della seconda guerra mondiale, nel periodo in cui l’Armata Rossa riesce a liberare i territori dell’Est dai nazisti.