L’Aquila riconquistata

Le reali possibilità per uno scrittore esordiente di pubblicare il proprio libro

FAVOLE

“Prima di presentare la terza favola della raccolta, mi preme l’obbligo di una premessa. Perchè le favole? Forse semplicemente per ispirare la crescita personale e la riflessione.
Le favole sono state un mezzo di trasmissione di valori, saggezza e insegnamenti per generazioni, e questa raccolta è stata creata con l’obiettivo di portare queste lezioni alla vita di adolescenti e adulti. Nella frenesia della vita quotidiana, spesso trascuriamo di dedicare del tempo a riflettere sulle questioni essenziali della nostra esistenza. Queste favole non sono solo storie, ma anche finestre aperte su un mondo di significato più profondo.

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ALTRI POST SU ‘FAVOLE’

 Ogni storia contiene un tesoro di insegnamenti su temi cruciali come la compassione, la resilienza, la saggezza e l’autenticità. Le favole, accompagnate da commenti, spiegazioni e esercizi pratici, ci guideranno in un viaggio interiore alla scoperta di noi stessi e delle nostre potenzialità. Le lezioni che sono in queste pagine possono ispirarci a perseguire una crescita personale più consapevole, a sviluppare un maggiore equilibrio emotivo e a coltivare relazioni più profonde e significative. Ogni storia è un tassello di saggezza che potrebbe illuminare il nostro cammino, offrendoci strumenti per affrontare le sfide della vita con fiducia e resilienza. Le favole possono trasmettere messaggi semplici ma profondi, e il loro potere risiede nel fatto che ciascuno di noi può interpretarle in modo personale, in base alle proprie esperienze e alle proprie aspirazioni. Ognuno è invitato a leggere queste favole con cuore e mente aperti, a riflettere su di esse e a mettere in pratica le lezioni ritenute più significative. La speranza è che queste storie possano illuminare il nostro percorso di crescita personale e arricchire la nostra vita in modi che ci sorprenderanno. Che questa raccolta possa accompagnarci fedelmente nel nostro viaggio verso una vita più significativa e gratificante.”


Nelle vaste pianure di un regno antico, dominato da campi verdi e cieli azzurri, viveva un’aquila maestosa. L’aquila era la regina dei cieli, con ali possenti e uno sguardo acuto che spaziava tra le montagne e le pianure sottostanti. Ma un giorno, il destino dell’aquila cambiò in modo drammatico.
Fu catturata da un uomo astuto, un cacciatore che aveva ambizioni di grandezza. Il cacciatore mozzò crudelmente le ali dell’aquila, spezzando le sue speranze di volare libera nei vasti spazi celesti. Poi, con un sorriso malizioso, la rilasciò nella sua casa, circondata da galline e oche.
L’aquila, una volta maestosa e orgogliosa, si trovò ora a vivere tra il pollame, incapace di
librarsi in volo e costretta a vivere una vita di umiliazione. La sua testa, una volta alta e fiera, pendeva ora tristemente in basso, e il suo cuore pesava per la perdita della sua libertà.
Ma la storia dell’aquila non era ancora giunta alla sua fine. Un altro uomo, un uomo gentile e compassionevole, sentì parlare della sua sfortuna. Quest’uomo aveva un cuore generoso e una profonda comprensione della natura. Si avvicinò all’aquila, la prese tra le mani con gentilezza e, con un unguento di mirra, cominciò a ungere le penne mozze dell’aquila.
L’aquila, all’inizio sospettosa, iniziò a provare un senso di speranza mentre il suo nuovo amico lavorava diligentemente per aiutarla a guarire. Le penne ricominciarono a crescere, sottili e fragili come giovani germogli. Era un processo lento e richiedeva pazienza, ma l’aquila sapeva che c’era una possibilità di redenzione.
Un giorno, quando finalmente le ali dell’aquila furono completamente ricresciute, l’aquila si sentì di nuovo pronta a volare. Con un battito d’ali potente, si librò in cielo, sentendo il vento sotto le ali, una sensazione che aveva temuto di non provare mai più.
L’aquila, ora nuovamente regina dei cieli, voleva dimostrare la sua gratitudine a colui che l’aveva salvata. Con gli artigli affilati, catturò una lepre e la portò al suo salvatore come dono di riconoscenza.
Tuttavia, la volpe, astuta e osservatrice, vide la scena e si avvicinò con saggezza all’aquila dicendo:
“I tuoi doni dovrebbero essere dati a chi ti ha fatto del male in passato.L’altro padrone, colui che ti ha mozzato le ali, ha bisogno di vedere il tuo perdono. Quest’uomo, invece, è già buono di natura. Non rischiare di perdere di nuovo le ali se dovessi cadere nelle sue mani.”
L’aquila comprese la saggezza delle parole della volpe, ma scelse di non seguire il suo consiglio. Preferì non rischiare di essere catturata di nuovo, ma di tenersi a debita distanza da chi si era mostrato malvagio.

MORALE

Dobbiamo sempre rispondere generosamente a chi ci fa del bene e stare alla larga dagli empi.

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