La ricreazione è finita

Le reali possibilità per uno scrittore esordiente di pubblicare il proprio libro

MARIA ROSA GIANNALIA

La ricreazione è finita
di Dario Ferrari

PRESENTAZIONE DEL LIBRO

Il libro che viene presentato alla vostra attenzione è un romanzo di Dario Ferrari: La ricreazione è finita.
Il protagonista principale è Marcello, un giovane universitario viareggino il quale, per incarico del suo professore, un barone universitario di nome Sacrosanti, dovrà occuparsi di un suo concittadino di nome Tito Sella, vissuto a Parigi negli anni di piombo e ritrovare un suo romanzo “ Fantasima” smarrito nei meandri della biblioteca della Sorbona. A Marcello quindi l’incarico di ritrovarlo e utilizzarlo per la sua tesi di dottorato.
Il libro è vincitore di diversi premi: Premio Flaiano Narrativa 2023, Premio Satira 2023, Premio Mastercard Letteratura 2023, Libro dell’anno Fahrenheit Radio3 2023
Per la trama completa del romanzo, cliccare sull’immagine di copertina più avanti.

Rosetta Martorana

Ospito qui di seguito l’analisi di Rosetta Martorana che ne fa una lettura particolarmente articolata e argomentata.

ANALISI

Due vite irrisolte, molto diverse tra di loro, ma simmetricamente scombinate sono le protagoniste di questo romanzo realizzato da Dario Ferraro il quale trasferisce qui le sue esperienze personali di ricercatore universitario facendo uno spaccato realistico del baronaggio dei professori e usando un tono scanzonato e a tratti comico che conferisce una certa piacevolezza della lettura.
Da una parte abbiamo l’esperienza del trentenne Marcello con il suo dottorato in Lettere e dall’altra la vita di Tito Sella oggetto di studio/indagine da parte del protagonista dopo un incarico avuto da Sacrosanti suo professore.

La biografia del terrorista Sella affascina Marcello a tal punto che ne provoca una forte identificazione e una sentita empatia che a sua volta lo portano ad una ricostruzione dettagliata di diversi elementi del vissuto e della produzione letteraria del terrorista.
C’è un intreccio continuo tra il mondo accademico e quello che viene definito il romanzo di formazione che dà vita a delle realtà sovrapponibili e dal risvolto tipico di un giallo e di un’indagine in corso.
La ricreazione è finita vuol dire che il tempo dell’ intervallo, dei momenti spensierati e goliardici si è concluso e di conseguenza si assiste alla graduale trasformazione e fisiologica evoluzione del protagonista.
Vuol dire anche che si chiude un momento storico/sociale e si torna indietro, come ebbe a dire De Gaulle con la sua “ La récréation est finie “ usando un tono di scherno dinanzi alle manifestazioni del maggio ‘68.

Parigi paradossalmente torna ad essere protagonista del romanzo ma, diversamente che nelle opere a cavallo tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, diventerà nella realtà storica terra di asilo di diversi terroristi grazie ad un provvedimento legislativo di Mitterand.
Marcello non ricorda, ma la sua efficientissima fidanzata Letizia ricorda tutto e bene ed è lei a spingerlo ad accettare la tesi proposta da Sacrosanti su Sella, visto che da giovane studente liceale questi aveva organizzato un convegno sullo scrittore terrorista di cui non conserva memoria.
Marcello si sente come un masso lanciato in una certa direzione e decide di andarci non per libera scelta, ma per fortuita combinazione o meglio per libera necessità naturale come sosteneva Spinoza; eccolo, quindi, catapultato a Parigi per consultare l’ “Archivio Sella” e cercare Fantasima l’autobiografia dell’autore.
In questa parte del romanzo, la vicenda personale del protagonista della narrazione, Marcello, lascia la mano alla vicenda di Tito Sella e alla sua banda rivoluzionaria Ravachol che nasce e si forma sull’onda della ribellione del ‘68 per acquistare una nuova identità politica e culturale quasi rocambolesca, ma che, a confronto delle reazioni giovanili dei primi decenni del 2000, assume carattere tragico.

Dice Eleonora Zucchi :
Marcello scrive così la sua “ Fantasima “, traccia un percorso nella vita di Tito che culmina con il suo gesto più reale, effettivo : L’azione violenta, rischiarando così tutti gli eventi precedenti e mostrando una parabola di senso che non poteva che sfociare nel suo esito : quell’istante in cui un barlume di coscienza si accompagna all’azione e dice “ Io sono questo “. Tito è identificato totalmente con quella decisione, e in quell’istante diventa se stesso.
Questa ricerca della verità si infittisce di dubbi che rendono nuovamente lontani e distanti sia Tito che Ravachol tanto che Marcello considera impossibile la ricostruzione biografica, ma ritrova se stesso e la finalità del suo operato.
In quanto romanzo di formazione l’autore segue uno schema strutturale particolare che torna su se stesso creando quasi un’architettura dedalica. Il lettore però non si smarrisce in quanto il filo conduttore che tiene insieme ogni cosa, personaggi, episodi, ambienti, accompagna e sviluppa non solo la storia personale, ma anche la Storia più generale del paese segnata dallo svolgersi delle azioni delle Brigate Rosse che tanto hanno condizionato la vita degli Italiani e predisposto i tempi da venire ma che alla fine sono state spazzate via dalla banalità di una realtà che si è distaccata progressivamente da quello spirito rivoluzionario, e non, viceversa, da una reazione politica efficace o da una finalità tanto precisa e ideale quanto utopistica che le Brigate Rosse pensavano di potere realizzare.

Questa narrazione della verità risulta essere non solo permeata di ironia ma , a tratti, anche comica; in realtà è l’amarezza che infine prevale quando l’autore affronta i diversi temi come la realtà ipocrita e difficile del mondo accademico e la letteratura come scoperta di sé. L’inizio leggero e divertente cede il posto ad una narrazione meno vivace, ma tutto l’insieme porta ad un finale sorprendente.
Il lettore, man mano che procede e si addentra nella narrazione, avverte un vuoto esistenziale generato dall’ambiente universitario sempre uguale nel tempo nonostante le vecchie teorie rivoluzionarie degli anni di piombo: sembra che tutto sia una finzione esteriore che non tocca minimamente il cuore.
Questo è un libro che merita una lettura attenta in quanto si sviluppa attraverso una dimensione interessante e bella, fornendo l’opportunità di un confronto tra epoche non ancora molto distanti, fruttuosa di idee e di riflessioni su contesti temporalmente diversi.

Breve nota biografica dell’autore

Dario Ferrari è nato a Viareggio, ha studiato Filosofia a Pisa, dove ha conseguito un dottorato di ricerca, e lavora come insegnante e traduttore. Ha esordito nella narrativa con La quarta versione di Giuda (Mondadori, 2020), un giallo ben congegnato e pieno di arguzia ambientato nella città natale dell’autore, in cui affiorano molte maschere e segreti inconfessabili dell’eterna Italia di provincia. Con il suo secondo romanzo La ricreazione è finita (Sellerio, 2023) si è aggiudicato il Premio Flaiano Narrativa e ha ottenuto entusiastici apprezzamenti da parte della critica e dei lettori. Nel raccontare le “vite parallele” di un ricercatore precario alle prese con i baronati accademici e di un fantasmagorico terrorista viareggino i cui testi sono oggetto della tesi di ricerca (e della crescente simpatia) del giovane precario, Ferrari è riuscito a dar voce alle disperate contraddizioni di una generazione di trentenni italiani senza un vero lavoro e senza progetti di futuro.

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